Con tale termine si intende a ciò che negli altri approcci clinici è considerato nei termini di procedure, protocolli e tecniche. Questo vocabolo è preferibile in quanto si può utilizzare per indicare sia il significato di un intervento, sia le forme specifiche con le quali si svolge la sua realizzazione. I quatto gruppi di strategie presentate sono: dialettiche, nucleari, stilistiche e di gestione del case. Le strategie dialettiche sono le più rappresentate e si ritrovano in modo ubiquitario in ogni fase e in ogni aspetto del trattamento. Quelle nucleari comprendono delle tecniche di problem-solving e le strategie di validazione e si collocano per definizione, inseme con quelle dialettiche al centro del modello. Le strategie stilistiche si estrinsecano nella scelta, lungo il corso della terapia, degli stili relazionali e comunicativa di volta in volta più adeguati. Quelle di gestione del caso infine implicano la regolazione delle interazioni che si svolgono tra il terapeuta e l'ambiente sociale.
Strategie dialettiche
Si sviluppano a partire dalla stessa concezione filosofica che sta alla loro base: "la realtà è un processo globale che si evolve e si trasforma incessantemente". Queste strategie mettono in evidenza le tensioni creative generate dalla presenza di aspetti contrastanti nelle emozioni, negli schemi cognitivi, nei sistemi di valore e nelle strategie comportamentali utilizzati dalle persone. L'elemento dialettico fondamentale della terapia consiste nel riconoscere la possibilità di un cambiamento che si svolga entro i limiti di una sostanziale accettazione della realtà. Questo viene facilitato attraverso la valorizzazione delle tensioni dialettiche che sorgono nelle relazioni del paziente e mettendo in evidenza le posizioni contrapposte che possono manifestarsi nelle relazioni. L'obiettivo finale è favorire l'integrazione e la risoluzione delle contraddizioni permettendo di giungere a una condizione più vivibile e funzionale.
L'esplorazione della relazione tra terapeuta e paziente, come del materiale portato dal paziente, porterà all'individuazione di aspetti contrapposti e antitetici, l'aderenza rigida all'uno o all'altro polo di un equilibrio dialettico condurrà, invece, a una crescita della tensione tra paziente e terapeuta, e quasi sempre, all'arroccamento di uno dei due su una posizione prestabilita piuttosto che alla progressione verso un'integrazione e una crescita che richiede sempre la gestione equilibrata di aspetti contrapposti.
I movimenti dialettici presenti all'interno di una relazione sono paragonabili ai passi di una danza. Bisogna "corrispondere" al partner, stargli vicino e seguirne le movenze, cercare di spingerlo un po' oltre il suo equilibrio, continuando però a tenerlo con una mano per fornirgli una guida stabile e permettergli di rilassarsi e farsi trasportare dalla musica. Nella maggior parte dei casi il paziente assomiglia più a un ballerino che si muove vorticosamente, senza essere in grado cd controllare i suoi movimenti. Il compito del terapeuta, allora diviene quello di muoversi velocemente insieme con lui e impedirgli di finire fuori pista, controbilanciando ogni movimento.
La via del paradosso
Un esempio tipico di dilemma del soggetto borderline è quello di decidere in presenza di un disaccordo o di una situazione di confronto chi ha ragione e chi ha torto. E' difficile per lui, contemplare la possibilità che entrambi li interlocutori abbiano ragione o torno, poiché la relazione terapeutica molte volte, è la prima relazione nella quale ha a che fare con qualcuno che, durante la contesa, ribadisce le proprie ragioni affermando nello stesso tempo la legittimità della posizione del suo interlocutore. E l'aspetto più caratteristico ed essenziale della terapia dialettico-comportamentale consiste nel fatto che il terapeuta, spesso, valida la posizione del paziente, senza nello stesso tempo "arrendersi" o modificare i suoi comportamenti.
L'essenza delle strategie fondate sul paradosso consiste nel rifiuto da parte del terapeuta di cercare di aiutare il paziente a risolvere i suoi dissidi perdendosi in disquisizioni logiche o intellettuali.
Strategie dialettiche
Si sviluppano a partire dalla stessa concezione filosofica che sta alla loro base: "la realtà è un processo globale che si evolve e si trasforma incessantemente". Queste strategie mettono in evidenza le tensioni creative generate dalla presenza di aspetti contrastanti nelle emozioni, negli schemi cognitivi, nei sistemi di valore e nelle strategie comportamentali utilizzati dalle persone. L'elemento dialettico fondamentale della terapia consiste nel riconoscere la possibilità di un cambiamento che si svolga entro i limiti di una sostanziale accettazione della realtà. Questo viene facilitato attraverso la valorizzazione delle tensioni dialettiche che sorgono nelle relazioni del paziente e mettendo in evidenza le posizioni contrapposte che possono manifestarsi nelle relazioni. L'obiettivo finale è favorire l'integrazione e la risoluzione delle contraddizioni permettendo di giungere a una condizione più vivibile e funzionale.
L'esplorazione della relazione tra terapeuta e paziente, come del materiale portato dal paziente, porterà all'individuazione di aspetti contrapposti e antitetici, l'aderenza rigida all'uno o all'altro polo di un equilibrio dialettico condurrà, invece, a una crescita della tensione tra paziente e terapeuta, e quasi sempre, all'arroccamento di uno dei due su una posizione prestabilita piuttosto che alla progressione verso un'integrazione e una crescita che richiede sempre la gestione equilibrata di aspetti contrapposti.
I movimenti dialettici presenti all'interno di una relazione sono paragonabili ai passi di una danza. Bisogna "corrispondere" al partner, stargli vicino e seguirne le movenze, cercare di spingerlo un po' oltre il suo equilibrio, continuando però a tenerlo con una mano per fornirgli una guida stabile e permettergli di rilassarsi e farsi trasportare dalla musica. Nella maggior parte dei casi il paziente assomiglia più a un ballerino che si muove vorticosamente, senza essere in grado cd controllare i suoi movimenti. Il compito del terapeuta, allora diviene quello di muoversi velocemente insieme con lui e impedirgli di finire fuori pista, controbilanciando ogni movimento.
La via del paradosso
Un esempio tipico di dilemma del soggetto borderline è quello di decidere in presenza di un disaccordo o di una situazione di confronto chi ha ragione e chi ha torto. E' difficile per lui, contemplare la possibilità che entrambi li interlocutori abbiano ragione o torno, poiché la relazione terapeutica molte volte, è la prima relazione nella quale ha a che fare con qualcuno che, durante la contesa, ribadisce le proprie ragioni affermando nello stesso tempo la legittimità della posizione del suo interlocutore. E l'aspetto più caratteristico ed essenziale della terapia dialettico-comportamentale consiste nel fatto che il terapeuta, spesso, valida la posizione del paziente, senza nello stesso tempo "arrendersi" o modificare i suoi comportamenti.
L'essenza delle strategie fondate sul paradosso consiste nel rifiuto da parte del terapeuta di cercare di aiutare il paziente a risolvere i suoi dissidi perdendosi in disquisizioni logiche o intellettuali.