Freud riconosce
all'interno delle neuropsicosi da difesa tre tipologie di disturbi: l'isteria, la nevrosi ossessiva e alcune tipologie di paranoia
derivandone la loro causa dalla rimozione di ricordi penosi e i loro
sintomi dal contenuto di ciò che è stato rimosso. Ciò
che cambia tra le tre patologie è il meccanismo di rimozione, conversione
in innervazione somatica nell'isteria, sostituzione (lungo
alcune catene associative di pensiero) nella nevrosi ossessiva e
proiezione nella paranoia.
Etiologia dell'isteria
All'interno del capitolo
Freud vuole spiegare la genesi dei sintomi delle neuropsicosi da
difesa, tra cui, nel 1894 aveva racchiuso isteria,
ossessioni, e confusione allucinatoria, in particolare
vuole approfondire la teoria che i sintomi derivino dal tentativo di
rimuovere una rappresentazione incompatibile con l'Io. Tali
rappresentazioni sono riconducibili ad esperienze traumatiche di
natura sessuale (di tipo passivo per l'isteria, di tipo prima passivo e poi attivo nella nevrosi ossessiva). Andando
oltre ai lavori precedenti (1894) situa tali traumi nell'infanzia, in
particolare specifica ulteriormente che non sono le esperienze ad
avere effetto traumatico ma il loro rivivere come ricordo, dopo
che il soggetto ha varcato la soglia della maturità sessuale.
Non è per Freud
possibile dire con certezza fino a quale età massima del soggetto
un'offesa sessuale possa agire come fattore etiologico dell'isteria,
giudica però improbabile la rimozione dopo l'ottavo-decimo anno di
età, il limite minimo si estende invece fino a dove può giungere la
capacità di ricordare, cioè fino all'età di un anno e mezzo o due
anni.
Introducendo il trauma
sessuale infantile Freud riesce ad andare oltre all'ipotesi di una
congenita disposizione isterica. Infatti afferma come sia possibile
dimostrare che le esperienze e gli eccitamenti che nel periodo
di vita successivo alla pubertà preparano o causano lo scoppio
dell'isteria, agiscono riattivando la traccia mnestica di
questi traumi infantili, tale traccia non diviene cosciente neppure
allora, ma conduce alla liberazione di un effetto e alla rimozione da
cui poi originano i sintomi.
La natura ed il
meccanismo della nevrosi ossessiva.
Le esperienze sessuali
precoci nella prima infanzia hanno lo stesso significato nella
nevrosi ossessiva e nell'isteria, ciò che cambia è il passaggio da
una passività sessuale ad atti di aggressione. Nell'analisi dei suoi
soggetti ossessivi Freud rintraccia sempre un episodio di seduzione
precoce e precedente all'aggressività sessuale e al substrato di
sintomi isterici comunque presenti nella nevrosi ossessiva.
Freud definisce le
idee ossessive come dei rimorsi trasformati riemersi dalla
rimozione e che si ricollegano sempre ad alcuni atti sessuali che
sono stati compiuti con piacere nell'infanzia. In un primo momento,
di apparente salute psichica, tali atti sessuali vengono rimossi e
sostituiti dal soggetto con un sintomo primario di difesa (difesa
dal contenuto rimosso): tra cui l'eccessiva coscienziosità,
la vergogna e la sfiducia in se stessi.
Il periodo successivo,
quello della malattia, è caratterizzato dal ritorno dei ricordi
rimossi, cioè dal fallimento della difesa. Tali ricordi non
riemergono immutati nella coscienza: quelli che diventano affetti ed
idee ossessive consci sono delle strutture che hanno la natura di
compromesso tra le idee rimosse e quelle che le rimuovono.
Vi sono due
forme di nevrosi ossessiva a seconda del fatto che ad
essere rimossi siano i contenuti mnestici dell'atto o gli
affetti riprovevoli connessi ad essi.
La prima forma
comprende le tipiche idee ossessive in cui il contenuto attrae
l'attenzione del paziente e come affetto egli prova un dispiacere
indefinito. Il contenuto dell'idea ossessiva viene distorto in due
modi: qualcosa di contemporaneo viene messo al posto di qualcosa che
appartiene al passato e poi qualcosa di sessuale viene sostituito con
qualcosa che non sia sessuale.
La seconda forma
di nevrosi ossessiva si ha quando ciò che è riemerso dalla
rimozione non è il contenuto mnestico, ma il rimorso (affetto). In
questo modo il rimorso per atti sessuali commessi in infanzia può
trasformarsi in vergogna (timore che qualcun altro lo venga a
scoprire), in angoscia ipocondriaca (paura dei danni fisici
che possono derivare dall'atto), in angoscia sociale (paura di
venire punito dalla società), in angoscia religiosa, in
delirio di attenzione (paura che qualcuno riveli l'atto),
oppure paura della tentazione (una sfiducia giustificata nei
propri poteri morali).
Nel paragrafo successivo
Freud spiega l'origine delle azioni ossessive (compulsioni)
come effetto di una difesa secondaria (difesa da quanto sopravvive
alla difesa primaria) e descrivendole come misure protettive
contro le idee ossessive.
Il paziente cerca di
rendersi padrone di ciascuna delle sue idee ossessive con un lavoro
di logica e attingendo ai suoi ricordi consci, ciò lo porta ad un
pensare ossessivo, ad una pulsione a provare le cose e ad una mania
di dubitare. Il rimuginare ossessivo se ha successo tratta
regolarmente di cose astratte e soprasensuali poiché idee che sono
state rimosse hanno a che fare con la sessualità. In generale la
difesa secondaria contro gli affetti ossessivi porta ad una serie
più ampia di atti ossessivi: misure penitenziali (opprimenti
cerimoniali, aritmomania), misure precauzionali (fobie,
superstizioni, pedanteria, coscienziosità), misure che hanno a
che fare con la paura di tradirsi o che assicurano
l'intorpidimento della mente.
Analisi di un caso di
paranoia cronica.
Nel presentare il caso
Freud sottolinea come non tutti i casi di paranoia siano casi di
psicosi da difesa e nelle pagine successive riporta il caso signora
P. (paziente affetta da confusione mentale e depressione,
sospettosità e timori di persecuzione o d'essere spiata,
allucinazioni visive in cui vedeva donne nude, specialmente la parte
bassa dell'addome e genitali maschili. La signora P. era affetta
anche da allucinazioni uditive, nelle quali ogni sua azione veniva
commentata e criticata). Nell'analisi del caso, attraverso le stesse
tecniche usate con le pazienti isteriche, Freud riconduce la
sintomatologia della paziente al tentativo di rimozione di esperienze
di natura sessuale (con il fratello).
Nel descrivere
l'etiologia della paranoia
Freud la confronta con la nevrosi ossessiva: in quest'ultima
il rimorso iniziale è stato rimosso dalla formazione del sintomo
primario di difesa: diffidenza verso se stessi. Nella
paranoia il rimorso viene escluso dalla coscienza attraverso
la proiezione e quindi il sintomo primario è la diffidenza
verso le altre persone, in questo modo il soggetto esclude
completamente il rimorso dalla coscienza che ritorna però nella
forma di idee deliranti.
Altri sintomi del caso
riportato (la signora P.) si possono descrivere come sintomi del
ritorno del rimosso. Tali sono ad esempio l'idea delirante della
paziente di essere guardata mentre si spogliava e le allucinazioni
visive e uditive (esperienze fatte con il fratello e adesso riferite
all'esterno parzialmente deformate). Infine Freud spiega l'origine
delle idee deliranti, queste arrivate alla coscienza per mezzo
del compromesso, fanno pressione sull'attività di pensiero dell'Io
così da essere accettate senza contraddizione. Queste idee non sono
aperte ad alcuna influenza è l'Io che si deve adattare ad esse e
quindi, ciò che qui corrisponde ai sintomi della difesa secondaria
nella nevrosi ossessiva, è una formazione delirante che cerca di
armonizzare le differenti parti del materiale, allucinazioni
interpretative che si concludono con una alterazione dell'io.