
Vi riporto una parte del famoso dialogo immaginario:
E' vero. Ma riconoscete almeno che la vostra impotenza di credere proviene dalle vostre passioni, dacché la ragione vi ci porta, e tuttavia non potete credere. Adoperatevi dunque a convincervi non già con l'aumento delle prove di Dio, bensì mediante la diminuzione delle vostre passioni. Voi volete andare alla fede, e non ne conoscete il cammino, imparate da coloro che sono stati legati come voi e che adesso commettono tutto il loro bene: sono persone che conoscono il cammino che vorreste seguire e che son guarite da un male di cui vorreste guarire. Seguite il metodo con cui hanno cominciato: facendo cioè ogni cosa come se credessero, prendendo l'acqua benedetta, facendo dire messe, ecc. in maniera del tutto naturale, ciò vi farà credere e vi impecorirà.
"Ma è proprio quel che temo"
E' perché che cosa avete da perdere? Ma per dimostratavi che ciò che conduce alla fede, sappiate che ciò diminuirà le vostre passioni, che sono i vostri grandi ostacoli. Ora, qual male vi capiterà prendendo questo partito? Sarete fedele, onesto, umile, riconoscente, benefico, amico sincero, veritiero. A dir vero non vivrete più dei piaceri pestiferi, nella vanagloria, nelle delizie, ma avrete altri piaceri. Vi dico che in questa vita ci guadagnerete, e che ad ogni nuovo passo che farete in questa via, scorgerete tanta certezza di guadagno e tanto nulla in quanto rischiate, che alla fine vi renderete conto di aver scommesso per una cosa certa, infinita, per la quale non avrete dato nulla. [...]
A questo brano, in calce all'argomentazione che i totalitarismi attuali sono incarnati non più in una costruzione narrativa della realtà, sul piano del sapere, ma sul versante pragmatico, dell'agire quotidiano, segue un secondo in cui si descrive il possibile processo in cui l'intellettuale borghese può abbracciare la rivoluzione comunista.
In primo luogo, deve almeno riconoscer la propria impotenza, la propria incapacità di credere nel senso della storia, anche se la sua ragione propende per la verità, le passioni e i pregiudizi prodotti dalla sua posizione di classe gli impediscono di accertarla. E così non deve sforzarsi di provare la verità della missione storica della classe lavoratrice, piuttosto deve imparare a domare le sue passioni i suoi pregiudizi piccolo-borghesi. Deve prendere lezioni da coloro che erano un tempo impotenti come lui,m ma che oggi sono proti a rischiare tutto per la Causa rivoluzionaria. Deve ripercorrere i loro primi passi: hanno agito come se credessero nella missione della classe operaia, si sono dati da fare nel Partito, hanno raccolto denaro per sostenere i lavoratori in sciopero, per estendere il movimento operaio, e così via. Tutto questo li ha impecoriti e ha fatto si che credessero in modo alquanto naturale. E insomma, che male è capitato dallo loro causa in questa scelta? Hanno acquistato la fede, hanno compiuto opere buone, sono diventati sinceri e magnanimi. E' vero hanno dovuto rinunciare a qualche malsano piacere piccolo-borghese, ai loro egocentrici trastulli intellettualistici, al loro falso senso della libertà individuale ma d'altra parte e a prescindere dalla verità fattuale della loro fede ne hanno tratto un notevole guadagno: vivono una vita piena di significato, libera da dubbi e incertezze; la loro attività quotidiana è interamente accompagnata dalla consapevolezze che stanno dando il loro piccolo contributo alla grande e nobile causa.
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