Rapaport
nell'effettuare la sua rassegna della psicologia psicoanalitica
dell'Io definisce quest'ultima come la “Teoria dei rapporti tra
Io e comportamento, relativi concetti sussidiari e altri concetti
della psicoanalisi.” Ne distingue l'evoluzione in 4 fasi:
- La prepsicoanalitica che termina nel 1897
- Quella psicoanalitica “vera e propria” che ha il suo termine nel 1923
- Quella della psicoanalisi dell'Io che si estende fino al 1937
- Quella che segue la morte di Freud, fino alla sua contemporaneità 1967
All'interno
dell'esposizione dell'evoluzione del pensiero Freudiano da parte di
Rapaport si possono rintracciare 3 assi principali lungo i quali
questo si evolve,
- Il primo riguarda il concetto di Difesa.
- Il secondo riguarda il rapporto con la Realtà,
- Il terzo riguarda invece il rapporto tra Io ed Es.
Sussidiari a tali assi
principali troviamo:
- La distinzione tra processo primario e secondario.
- La distinzione tra principio del piacere e principio di realtà.
- L'analisi dei processi evolutivi dell'Io.
Prima di passare però
allo studio delle diverse fasi penso sia importante, delineare le
influenze scientifiche e filosofiche contemporanee a Freud e che
comprendono (Sandler) i concetti di causalità naturale,
determinismo e adattamento e della selezione naturale per quanto riguarda la biologia, al tempo stesso era notevole l'influenza della fisiologia della scuola di Helmhltz e di
Ernst Bruke. A quel tempo i fisiologi erano impegnati ad introdurre
nella loro materia i principi della fisica contemporanea, principi
fisico-chimici, e meccanicistici. Freud formulò le sue concezioni in
termini di energia, la sua conservazione il suo spostamento e la sua
carica. Centrale era la considerazione che l'apparato mentale
tendesse a tenere le sue energie il più possibili basse e costanti.
Il principio di costanza fu chiamato in causa per spigare la scarica
di quantità di energia divenute troppo grandi come, nell'esperienza
traumatica, fattore causale nella produzione dei sintomi nevrotici.
Nella concettualizzazione di Freud vengono evitate spiegazioni
teologiche ossia che il funzionamento mentale fosse diretto ad uno
scopo, finalizzandolo invece ad una forma di adattamento a cause
naturali. Freud pose alla base del suo pensiero l'idea generale di
una mente inconscia. Concetto corrente nella Vienna di quei giorni,
nella forma proposto da von Hartmann, Herbart e von Brentano
.
.
Prima fase (termine nel 1897)
In tale periodo le parole
chiave sono Realtà e Difesa.
Realtà perché
siamo nella fase del pensiero freudiano in cui questa ha un ruolo
centrale nella vita psichica del soggetto e della relativa patologia.
Difesa perché ne rappresenta il principale contributo alla
psicoanalisi dell'Io, tale concetto si evolverà attraverso diversi
scritti di questa fase:
1892 Un caso di
guarigione ipnotica
1893 Studi sull'isteria
1894 Le neuropsicosi da
difesa
1896 Nuove osservazioni
sulle neuropsicosi da difesa
ma anche in uno scritto
della fase successiva
1915 L'inconscio e La
rimozione
Quello che rimarrà
costante nella concezione del pensiero freudiano è la difesa come
strumento che impedisce il richiamo alla coscienza di una
rappresentazione attraverso lo spostamento di una “quantità”
dalla rappresentazione che si vuole sopprimere. Quello che dalla
prima fase cambierà radicalmente è ciò che viene spostato: in
questo periodo del pensiero di Freud è uno spostamento di “affetti”
successivamente sarà quello di “cariche pulsionali”.
Un secondo elemento di
discontinuità è una concezione ancora primitiva dell'Io che si
esprime ad esempio nel rapporto tra Io e coscienza, nella prima fase
sono due concetti sovrapposti, nelle formulazioni successive, ad
esempio nell'Io e L'Es della terza fase, arriva a delineare la
coscienza come solo una delle funzioni dell'Io, andandone a definire
altre, come ad esempio la resistenza, che invece è inconscia.
Negli stralci di brani di
“Neuropsicosi da difesa” del 1984 vengono delineati i
rapporti tra affetto-rappresentazione, coscienza e lavoro di difesa
da una parte. Dall'altra viene definito il carattere prevalentemente
sessuale di tali rappresentazioni, e infine viene definito il
rapporto tra il modo di trattare l'affetto-rappresentazione da parte
della difesa, e l'instaurarsi della successiva patologia mentale
(isteria, fobie e ossessioni e follia allucinatoria).
Negli stralci di testo
freudiano provenienti dallo scritto successivo “Nuove
osservazioni sulle neuropsicosi da difesa” del 1986 vengono
approfonditi i rapporti fra sintomi e meccanismi di difesa e viene
specificato il perché in alcune persone il conflitto tra
rappresentazioni e Io esiti in una nevrosi e perché in altre no:
viene introdotto il concetto di trauma sessuale infantile.
Del testo “Studi
sull'isteria” del 1893 ho selezionato un passaggio che
rappresenta un accenno di tecnica psicoanalitica.
Il caso trattato in “Un
caso di guarigione ipnoticaca” 1892 ci permette di approfondire la
dinamica del disturbo soggiacente a quella che Freud definisce una
“Hysterique d'occasion”, permettendoci al tempo stesso
approfondire alcuni esempi dei termini “rappresentazioni” e
“affetto”, utilizzati nel suo linguaggio freudiano.
Nel descrivere il
meccanismo psichico alla base del disturbo della paziente trattata in
questo articolo (l'incapacità di allattare il proprio figlio)
introduce il concetto di rappresentazioni alle quali è collegato uno
stato affettivo di attesa, differenziandole in:
- Rappresentazioni – proponimenti: Io farò questo o quello
- Rappresentazioni – attesa: mi accadrà questo, mi accadrà quello.
Lo stato affettivo
connesso è influenzato da due fattori:
- L'importanza che assume per il soggetto il fatto
- Il grado di insicurezza di cui è carica l'attesa.
Al primo gruppo di
rappresentazioni (proponimento e attesa), si contrappone un secondo
gruppo che Freud definisce “rappresentazioni di contrasto”, anche
queste distinte in:
- Rappresentazioni di contrasto – proponimenti: non riuscirò a fare questo o quello perché sono incapace.
- Rappresentazioni di contrasto – attesa: mi accadrà questo o quello che mi impedirà di agire.
A questo punto Freud
distingue la vita rappresentativa normale da quella patologica.
Nella normalità la vita
rappresentativa inibisce e reprime le rappresentazioni di contrasto,
escludendole dall'associazione cosciente.
Nella patologia il ruolo
delle rappresentazioni di contrasto è maggiore, differenziandosi
- Nella nevrosi sul versante del proponimento (non riuscirò a fare questo perché incapace), follia del dubbio
- Nello stato nervosus invece è sul versante dell'attesa (mi accadrà questo o quello), multiformi fobie del nevrastenico.
Freud a questo punto
introduce un'ulteriore distinzione, in base all'accesso o meno alla
coscienza della rappresentazione di contrasto:
- Nella nevrastenia, la rappresentazione di contrasto, fortemente rafforzata, viene associata alla rappresentazione della volontà, essa si sottrae a quest'ultima producendo ipobulia (Disturbo dell’attività e soprattutto dell’iniziativa per cui l’individuo rimane inerte, dimostrando scarsi interessi.) cosciente del nevrastenico.
- Nell'Isteria, la tendenza alla dissociazione della coscienza, la rappresentazione di contrasto, apparentemente inibita, viene portata fuori dall'associazione con il proponimento restando in modo inconscio isolato. Tale rappresentazione inibita, può però obbiettivarsi sul piano dell'innervazione corporea, come negli stati normali, lo diviene la rappresentazione della volontà. La rappresentazione di contrasto si erige come “contro-volontà” mentre il malato è cosciente, con stupore, di una volontà decisa ma priva di forza.
Sulla genesi dei disturbi
Freud differenzia “Hysterique d'occasion” da quella propriamente
detta, riferendosi alla prima come derivante da “una causa
occasionale, l'eccitazione che precedette il primo parto, o
l'esaurimento che lo ha seguito”.
Alcuni paragrafi
successivi accenna il meccanismo per il quale in un comune
esaurimento – che costituisce, la predisposizione a tali processi –
abbia preso il sopravvento proprio la rappresentazione di contrasto.
Freud ipotizza che questo esaurimento sia solo parziale, sono
esauriti cioè quegli elementi del sistema nervoso che sono le basi
materiali delle rappresentazioni associate alla coscienza primaria
(Io-normale), di contro, le rappresentazioni inibite e represse, non
sono esaurite e quindi prevalgono nella disposizione isterica.
In tale articolo quindi,
che precede gli articoli del 1892 e 1896 “Le neuropsicosi da
difesa” e “Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da
difesa” viene già delineato alla base della psicopatologia, il
fallimento delle forze repressive (difese) nei confronti di
determinate rappresentazioni, in questo contesto quelle di contrasto.
Fase
II (Dal 1897 al 1923 )
La
seconda fase del pensiero freudiano prende l'avvio dalla scoperta del
carattere fantasmatico delle esperienze di seduzione infantile
riportate dai pazienti sul lettino di analisi. Questa scoperta porta
una serie di conseguenze radicali nell'architettura del pensiero di
Freud teso a spiegare i processi attraverso i quali si creano queste
fantasie e sulla natura dell'agente che li mette in moto. Peculiare
di questa fase è quindi:
- La perdita della centralità della realtà nell'accadere psichico.
- La scoperta delle pulsioni istintuali
- 1900 L'interpretazione dei sogni
- 1905 Tre saggi sulla sessualità infantile
I
contributi invece centrali alla psicologia dell'Io sono:
- La centralità del concetto di rimozione e la descrizione del suo processo
- 1915 L'inconscio e La rimozione
- L'introduzione del concetto di processo primario, secondario e la distinzione tra principio di dispiacere e di realtà.
- 1900 L'interpretazione dei sogni
- 1911 Precisazione su i due principi dell'accadere psichico
Caratteristica di questa
fase è quindi la ricerca sulle pulsioni effettuata a partire
dall'analisi dei casi di perversione, omosessualità per arrivare
allo studio della nevrosi [della quale presento alcuni stralci di
“Tre saggi sulla sessualità infantile” del 1905].
Secondariamente si assiste alla perdita di centralità del concetto
di difesa, fatto confluire in quello di rimozione (di cui le
differenti difese sono solo differenti declinazioni) e che viene
approfondito in appendice in una selezione di testo a partire da
“L'inconscio e la rimozione” del 1915. Nello stesso testo
viene approfondito il rapporto tra difesa e pulsione e dei concetti
di investimento e controinvestimento, che Rapaport nomina come
ipercariche e controcariche, definendole come un anticipare il
modello strutturale a discapito di quello topografico.
Altri aspetti definiti da
Rapaport centrali per la psicologia dell'Io emersi in questa fase
sono quelli relativi alla concezione del processo secondario,
(di cui presento la descrizione tratta da “L'interpretazione dei
sogni”, 1900) che rappresenta un primo approfondimento del
rapporto tra realtà e coscienza, indipendenti dal modello
topografico e basico del modello strutturale, che assieme alla
definizione del principio di realtà (della quale riprendo
alcuni passi di “Precisazione su i due principi dall'accadere
psichico” del 1911) fornisce alla descrizione del concetto di
Io due principi regolatori al pari del principio del piacere e del
processo primario presenti nella concettualizzazione di inconscio.
Fase
III (Dal 1923 al 1937 )
La terza fase prende
l'avvio dalla pubblicazione dell'Io e l'Es del 1923 e in questo testo
avviene la:
- Ridefinizione del concetto dell'Io [“L'Io e l'Es” 1922]
- Introduzione del concetto di Super-Io, senso di colpa inconscio e relazione terapeutica negativa [“L'Io e l'Es” 1922]
- Elaborazioni intorno al concetto di “angoscia” [“L'Io e l'Es” 1922 e Il problema dell'angoscia 1926]
- La concezione alla base dell'autonomia dell'Io [“Inibizione, sintomo e angoscia” del 1926]
- L'approfondimento del processo secondario e del principio di realtà “Introduzione alla psicoanalisi” del 1933
- Le radici innate dell'Io [“Analisi terminabile e interminabile”, 1937]
In
questa fase giunge quindi ad un approfondimento della
concettualizzazione dell'Io come:
- Una organizzazione di processi mentali che ruota attorno al sistema PreC, C ma anche all'InC: ad esempio le resistenze. [concettualizzazione per cui cui si rimanda in appendice a stralci di testo del cap I: Coscienza e inconscio In “L'Io e l'Es” 1922]
- Sorto dall'identificazione degli oggetti abbandonati. [concettualizzazione per cui si rimanda in appendice a stralci di testo del Cap II L'Io e il Super-Io (ideale dell'Io) in “L'Io e l'Es” 1922]
- Sorge dalla trasformazione delle pulsioni istintuali in pulsioni neutralizzate. [concettualizzazione per cui si rimanda in appendice a stralci di testo del Cap IV Le due specie di pulsioni in “L'Io e l'Es” 1922]
Quindi
questa concettualizzazione descrive la genesi dell'Io e
delle sue energie. La coscienza
che nella prima fase del pensiero freudiano coincideva con l'Io,
nell'ultima parte di questa fase spiega solo una delle molteplici
funzioni dell'io, e diviene una “qualità mentale” fra le tante
ed esclusiva dell'Io.
Emergono
pero delle manchevolezze significative:
- L'io appare ancora come una risultante degli stimoli dell'Es, del Super-Io e della realtà (asse dell'indipendenza dell'io)
- Sebbene si inizi a considerare che l'Io abbia radici genetiche indipendenti lo si considera ancora come frutto di differenziazione dall'Es e non viene ancora proposta alcuna concezione epigenetica dello sviluppo dell'Io paragonabile alle fasi dello sviluppo della libido (aspetto che ad esempio verrà ripreso nella quarta fase del pensiero freudiano da Erikson).
- L'Io è ancora un cavaliere incapace di guidare l'Es e “obbligato a guidarlo dove vuole andare”
- E' ancora assente una teoria generale del ruolo delle strutture difensive dell'Io.
In “Inibizione, sintomo
e angoscia” del 1926, Rapaport individua importanti evoluzioni
della concezione freudiana dell'Io:
- Mette in discussione la definizione dell'Io come cavaliere obbligato ad andare dove l'Es vuole [dal Cap II di “Inibizione sintomo e angoscia” 1926]
- E' capace attraverso un processo di sviluppo, di passare da una esperienza di angoscia passiva, ad una attiva.
- Fa uso del principio del piacere-dispiacere per raggiungere i propri scopi [ dal Cap II di “Inibizione sintomo e angoscia” 1926]
- Ha una molteplicità di difese a disposizione, oltre alla rimozione (la “tecnica dell'isolare” o del “rendere non avvenuto” [cap IV, V, VI]
- Ha a che fare con il coniugare i rapporti con la realtà e le pulsioni istintuali, quando l'azione da esse suggerita potrebbe portare a pericoli reali, viene quindi ripresa la centralità della realtà, mantenendone al tempo stesso quello delle pulsioni istintuali.
Questa nuova concezione
dell'Io è per Rapaport quindi è alla base del concetto di
adattamento dell'io e di autonomia dell'io, concetti basici della
psicanalisi dell'Io che però hanno ancora delle manchevolezze:
- Pur presente una concezione epigenetica dell'io, relativa al volgere dell'esperienza di angoscia dal passivo all'attivo, non è ancora sufficientemente sviluppata da essere applicata allo sviluppo di altre funzioni dell'io o allo sviluppo dell'Io in generale.
E' negli anni successivi
che Freud arriverà alla sua concezione finale dell'Io che include:
- I concetti di processo secondario e principio di realtà [Introduzione alla psicanalisi 1933]
- La tesi delle radici dell'Io innate e indipendenti dalle pulsioni [Analisi terminabile e interminabile 1937]
E' nel 1936 con“L'Io e
i meccanismi di difesa” che Anna Freud raggiunse il culmine di
questa fase e allargando le basi della psicologia psicoanalitica
dell'Io:
- Terminando l'integrazione tra il concetto di difesa e realtà, con l'introduzione delle difese contro gli stimoli esterni
- Sistematizzando le diverse tipologie i difese e studiando l ruolo degli affetti.