lunedì 6 febbraio 2017

Riferimenti alle opere freudiani a partire dalla “Rassegna storica della psicologia psicoanalitica dell'Io” in “Il modello concettuale della psicoanalisi” di D. Rapaport 1942-1960.

Rapaport nell'effettuare la sua rassegna della psicologia psicoanalitica dell'Io definisce quest'ultima come la “Teoria dei rapporti tra Io e comportamento, relativi concetti sussidiari e altri concetti della psicoanalisi.” Ne distingue l'evoluzione in 4 fasi:
  • La prepsicoanalitica che termina nel 1897
  • Quella psicoanalitica “vera e propria” che ha il suo termine nel 1923
  • Quella della psicoanalisi dell'Io che si estende fino al 1937
  • Quella che segue la morte di Freud, fino alla sua contemporaneità 1967
All'interno dell'esposizione dell'evoluzione del pensiero Freudiano da parte di Rapaport si possono rintracciare 3 assi principali lungo i quali questo si evolve,
  1. Il primo riguarda il concetto di Difesa.
  2. Il secondo riguarda il rapporto con la Realtà,
  3. Il terzo riguarda invece il rapporto tra Io ed Es.
Sussidiari a tali assi principali troviamo:
  • La distinzione tra processo primario e secondario.
  • La distinzione tra principio del piacere e principio di realtà.
  • L'analisi dei processi evolutivi dell'Io.
Prima di passare però allo studio delle diverse fasi penso sia importante, delineare le influenze scientifiche e filosofiche contemporanee a Freud e che comprendono (Sandler) i concetti di causalità naturale, determinismo e adattamento e della selezione naturale per quanto riguarda la biologia, al tempo stesso era notevole l'influenza della fisiologia della scuola di Helmhltz e di Ernst Bruke. A quel tempo i fisiologi erano impegnati ad introdurre nella loro materia i principi della fisica contemporanea, principi fisico-chimici, e meccanicistici. Freud formulò le sue concezioni in termini di energia, la sua conservazione il suo spostamento e la sua carica. Centrale era la considerazione che l'apparato mentale tendesse a tenere le sue energie il più possibili basse e costanti. Il principio di costanza fu chiamato in causa per spigare la scarica di quantità di energia divenute troppo grandi come, nell'esperienza traumatica, fattore causale nella produzione dei sintomi nevrotici. Nella concettualizzazione di Freud vengono evitate spiegazioni teologiche ossia che il funzionamento mentale fosse diretto ad uno scopo, finalizzandolo invece ad una forma di adattamento a cause naturali. Freud pose alla base del suo pensiero l'idea generale di una mente inconscia. Concetto corrente nella Vienna di quei giorni, nella forma proposto da von Hartmann, Herbart e von Brentano
.

Prima fase (termine nel 1897)


In tale periodo le parole chiave sono Realtà e Difesa.

Realtà perché siamo nella fase del pensiero freudiano in cui questa ha un ruolo centrale nella vita psichica del soggetto e della relativa patologia. Difesa perché ne rappresenta il principale contributo alla psicoanalisi dell'Io, tale concetto si evolverà attraverso diversi scritti di questa fase:

1892 Un caso di guarigione ipnotica
1893 Studi sull'isteria
1894 Le neuropsicosi da difesa
1896 Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa

ma anche in uno scritto della fase successiva

1915 L'inconscio e La rimozione

Quello che rimarrà costante nella concezione del pensiero freudiano è la difesa come strumento che impedisce il richiamo alla coscienza di una rappresentazione attraverso lo spostamento di una “quantità” dalla rappresentazione che si vuole sopprimere. Quello che dalla prima fase cambierà radicalmente è ciò che viene spostato: in questo periodo del pensiero di Freud è uno spostamento di “affetti” successivamente sarà quello di “cariche pulsionali”.
Un secondo elemento di discontinuità è una concezione ancora primitiva dell'Io che si esprime ad esempio nel rapporto tra Io e coscienza, nella prima fase sono due concetti sovrapposti, nelle formulazioni successive, ad esempio nell'Io e L'Es della terza fase, arriva a delineare la coscienza come solo una delle funzioni dell'Io, andandone a definire altre, come ad esempio la resistenza, che invece è inconscia.
Negli stralci di brani di “Neuropsicosi da difesa” del 1984 vengono delineati i rapporti tra affetto-rappresentazione, coscienza e lavoro di difesa da una parte. Dall'altra viene definito il carattere prevalentemente sessuale di tali rappresentazioni, e infine viene definito il rapporto tra il modo di trattare l'affetto-rappresentazione da parte della difesa, e l'instaurarsi della successiva patologia mentale (isteria, fobie e ossessioni e follia allucinatoria).
Negli stralci di testo freudiano provenienti dallo scritto successivo “Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa” del 1986 vengono approfonditi i rapporti fra sintomi e meccanismi di difesa e viene specificato il perché in alcune persone il conflitto tra rappresentazioni e Io esiti in una nevrosi e perché in altre no: viene introdotto il concetto di trauma sessuale infantile.
Del testo “Studi sull'isteria” del 1893 ho selezionato un passaggio che rappresenta un accenno di tecnica psicoanalitica.

Il caso trattato in “Un caso di guarigione ipnoticaca” 1892 ci permette di approfondire la dinamica del disturbo soggiacente a quella che Freud definisce una “Hysterique d'occasion”, permettendoci al tempo stesso approfondire alcuni esempi dei termini “rappresentazioni” e “affetto”, utilizzati nel suo linguaggio freudiano.

Nel descrivere il meccanismo psichico alla base del disturbo della paziente trattata in questo articolo (l'incapacità di allattare il proprio figlio) introduce il concetto di rappresentazioni alle quali è collegato uno stato affettivo di attesa, differenziandole in:
  1. Rappresentazioni – proponimenti: Io farò questo o quello
  2. Rappresentazioni – attesa: mi accadrà questo, mi accadrà quello.
Lo stato affettivo connesso è influenzato da due fattori:
  • L'importanza che assume per il soggetto il fatto
  • Il grado di insicurezza di cui è carica l'attesa.
Al primo gruppo di rappresentazioni (proponimento e attesa), si contrappone un secondo gruppo che Freud definisce “rappresentazioni di contrasto”, anche queste distinte in:
  1. Rappresentazioni di contrasto – proponimenti: non riuscirò a fare questo o quello perché sono incapace.
  2. Rappresentazioni di contrasto – attesa: mi accadrà questo o quello che mi impedirà di agire.
A questo punto Freud distingue la vita rappresentativa normale da quella patologica.

Nella normalità la vita rappresentativa inibisce e reprime le rappresentazioni di contrasto, escludendole dall'associazione cosciente.
Nella patologia il ruolo delle rappresentazioni di contrasto è maggiore, differenziandosi
  1. Nella nevrosi sul versante del proponimento (non riuscirò a fare questo perché incapace), follia del dubbio
  2. Nello stato nervosus invece è sul versante dell'attesa (mi accadrà questo o quello), multiformi fobie del nevrastenico.
Freud a questo punto introduce un'ulteriore distinzione, in base all'accesso o meno alla coscienza della rappresentazione di contrasto:
  1. Nella nevrastenia, la rappresentazione di contrasto, fortemente rafforzata, viene associata alla rappresentazione della volontà, essa si sottrae a quest'ultima producendo ipobulia (Disturbo dell’attività e soprattutto dell’iniziativa per cui l’individuo rimane inerte, dimostrando scarsi interessi.) cosciente del nevrastenico.
  2. Nell'Isteria, la tendenza alla dissociazione della coscienza, la rappresentazione di contrasto, apparentemente inibita, viene portata fuori dall'associazione con il proponimento restando in modo inconscio isolato. Tale rappresentazione inibita, può però obbiettivarsi sul piano dell'innervazione corporea, come negli stati normali, lo diviene la rappresentazione della volontà. La rappresentazione di contrasto si erige come “contro-volontà” mentre il malato è cosciente, con stupore, di una volontà decisa ma priva di forza.
Sulla genesi dei disturbi Freud differenzia “Hysterique d'occasion” da quella propriamente detta, riferendosi alla prima come derivante da “una causa occasionale, l'eccitazione che precedette il primo parto, o l'esaurimento che lo ha seguito”.

Alcuni paragrafi successivi accenna il meccanismo per il quale in un comune esaurimento – che costituisce, la predisposizione a tali processi – abbia preso il sopravvento proprio la rappresentazione di contrasto. Freud ipotizza che questo esaurimento sia solo parziale, sono esauriti cioè quegli elementi del sistema nervoso che sono le basi materiali delle rappresentazioni associate alla coscienza primaria (Io-normale), di contro, le rappresentazioni inibite e represse, non sono esaurite e quindi prevalgono nella disposizione isterica.

In tale articolo quindi, che precede gli articoli del 1892 e 1896 “Le neuropsicosi da difesa” e “Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa” viene già delineato alla base della psicopatologia, il fallimento delle forze repressive (difese) nei confronti di determinate rappresentazioni, in questo contesto quelle di contrasto.

Fase II (Dal 1897 al 1923 )

La seconda fase del pensiero freudiano prende l'avvio dalla scoperta del carattere fantasmatico delle esperienze di seduzione infantile riportate dai pazienti sul lettino di analisi. Questa scoperta porta una serie di conseguenze radicali nell'architettura del pensiero di Freud teso a spiegare i processi attraverso i quali si creano queste fantasie e sulla natura dell'agente che li mette in moto. Peculiare di questa fase è quindi:
  • La perdita della centralità della realtà nell'accadere psichico.
  • La scoperta delle pulsioni istintuali
    • 1900 L'interpretazione dei sogni
    • 1905 Tre saggi sulla sessualità infantile
I contributi invece centrali alla psicologia dell'Io sono:
  • La centralità del concetto di rimozione e la descrizione del suo processo
    • 1915 L'inconscio e La rimozione
  • L'introduzione del concetto di processo primario, secondario e la distinzione tra principio di dispiacere e di realtà.
    • 1900 L'interpretazione dei sogni
    • 1911 Precisazione su i due principi dell'accadere psichico
Caratteristica di questa fase è quindi la ricerca sulle pulsioni effettuata a partire dall'analisi dei casi di perversione, omosessualità per arrivare allo studio della nevrosi [della quale presento alcuni stralci di “Tre saggi sulla sessualità infantile” del 1905]. Secondariamente si assiste alla perdita di centralità del concetto di difesa, fatto confluire in quello di rimozione (di cui le differenti difese sono solo differenti declinazioni) e che viene approfondito in appendice in una selezione di testo a partire da “L'inconscio e la rimozione” del 1915. Nello stesso testo viene approfondito il rapporto tra difesa e pulsione e dei concetti di investimento e controinvestimento, che Rapaport nomina come ipercariche e controcariche, definendole come un anticipare il modello strutturale a discapito di quello topografico.
Altri aspetti definiti da Rapaport centrali per la psicologia dell'Io emersi in questa fase sono quelli relativi alla concezione del processo secondario, (di cui presento la descrizione tratta da “L'interpretazione dei sogni”, 1900) che rappresenta un primo approfondimento del rapporto tra realtà e coscienza, indipendenti dal modello topografico e basico del modello strutturale, che assieme alla definizione del principio di realtà (della quale riprendo alcuni passi di “Precisazione su i due principi dall'accadere psichico” del 1911) fornisce alla descrizione del concetto di Io due principi regolatori al pari del principio del piacere e del processo primario presenti nella concettualizzazione di inconscio.
 

Fase III (Dal 1923 al 1937 )

La terza fase prende l'avvio dalla pubblicazione dell'Io e l'Es del 1923 e in questo testo avviene la:
  • Ridefinizione del concetto dell'Io [“L'Io e l'Es” 1922]
  • Introduzione del concetto di Super-Io, senso di colpa inconscio e relazione terapeutica negativa [“L'Io e l'Es” 1922]
  • Elaborazioni intorno al concetto di “angoscia” [“L'Io e l'Es” 1922 e Il problema dell'angoscia 1926]
  • La concezione alla base dell'autonomia dell'Io [“Inibizione, sintomo e angoscia” del 1926]
  • L'approfondimento del processo secondario e del principio di realtà “Introduzione alla psicoanalisi” del 1933
  • Le radici innate dell'Io [“Analisi terminabile e interminabile”, 1937]
In questa fase giunge quindi ad un approfondimento della concettualizzazione dell'Io come:
  1. Una organizzazione di processi mentali che ruota attorno al sistema PreC, C ma anche all'InC: ad esempio le resistenze. [concettualizzazione per cui cui si rimanda in appendice a stralci di testo del cap I: Coscienza e inconscio In “L'Io e l'Es” 1922]
  2. Sorto dall'identificazione degli oggetti abbandonati. [concettualizzazione per cui si rimanda in appendice a stralci di testo del Cap II L'Io e il Super-Io (ideale dell'Io) in “L'Io e l'Es” 1922]
  3. Sorge dalla trasformazione delle pulsioni istintuali in pulsioni neutralizzate. [concettualizzazione per cui si rimanda in appendice a stralci di testo del Cap IV Le due specie di pulsioni in “L'Io e l'Es” 1922]
Quindi questa concettualizzazione descrive la genesi dell'Io e delle sue energie. La coscienza che nella prima fase del pensiero freudiano coincideva con l'Io, nell'ultima parte di questa fase spiega solo una delle molteplici funzioni dell'io, e diviene una “qualità mentale” fra le tante ed esclusiva dell'Io.

Emergono pero delle manchevolezze significative:
  • L'io appare ancora come una risultante degli stimoli dell'Es, del Super-Io e della realtà (asse dell'indipendenza dell'io)
  • Sebbene si inizi a considerare che l'Io abbia radici genetiche indipendenti lo si considera ancora come frutto di differenziazione dall'Es e non viene ancora proposta alcuna concezione epigenetica dello sviluppo dell'Io paragonabile alle fasi dello sviluppo della libido (aspetto che ad esempio verrà ripreso nella quarta fase del pensiero freudiano da Erikson).
  • L'Io è ancora un cavaliere incapace di guidare l'Es e “obbligato a guidarlo dove vuole andare
  • E' ancora assente una teoria generale del ruolo delle strutture difensive dell'Io.
In “Inibizione, sintomo e angoscia” del 1926, Rapaport individua importanti evoluzioni della concezione freudiana dell'Io:
  • Mette in discussione la definizione dell'Io come cavaliere obbligato ad andare dove l'Es vuole [dal Cap II di “Inibizione sintomo e angoscia” 1926]
  • E' capace attraverso un processo di sviluppo, di passare da una esperienza di angoscia passiva, ad una attiva.
  • Fa uso del principio del piacere-dispiacere per raggiungere i propri scopi [ dal Cap II di “Inibizione sintomo e angoscia” 1926]
  • Ha una molteplicità di difese a disposizione, oltre alla rimozione (la “tecnica dell'isolare” o del “rendere non avvenuto” [cap IV, V, VI]
  • Ha a che fare con il coniugare i rapporti con la realtà e le pulsioni istintuali, quando l'azione da esse suggerita potrebbe portare a pericoli reali, viene quindi ripresa la centralità della realtà, mantenendone al tempo stesso quello delle pulsioni istintuali.
Questa nuova concezione dell'Io è per Rapaport quindi è alla base del concetto di adattamento dell'io e di autonomia dell'io, concetti basici della psicanalisi dell'Io che però hanno ancora delle manchevolezze:
  • Pur presente una concezione epigenetica dell'io, relativa al volgere dell'esperienza di angoscia dal passivo all'attivo, non è ancora sufficientemente sviluppata da essere applicata allo sviluppo di altre funzioni dell'io o allo sviluppo dell'Io in generale.
E' negli anni successivi che Freud arriverà alla sua concezione finale dell'Io che include:
  • I concetti di processo secondario e principio di realtà [Introduzione alla psicanalisi 1933]
  • La tesi delle radici dell'Io innate e indipendenti dalle pulsioni [Analisi terminabile e interminabile 1937]
E' nel 1936 con“L'Io e i meccanismi di difesa” che Anna Freud raggiunse il culmine di questa fase e allargando le basi della psicologia psicoanalitica dell'Io:
  • Terminando l'integrazione tra il concetto di difesa e realtà, con l'introduzione delle difese contro gli stimoli esterni
  • Sistematizzando le diverse tipologie i difese e studiando l ruolo degli affetti.


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