martedì 17 dicembre 2013

La fiaba dell'Io, l'Es e del Super-Io

L'attribuzione ai processi interiori di nomi distinti - Es, Io e Super-io - fece di loro delle entità, ciascuna con le proprie particolarità. Quando consideriamo le connotazioni emotive che questi astratti termini di psicanalisi hanno per la maggior parte delle persone che li usano, cominciamo a vedere che queste astrazioni non sono poi così diverse dalle personificazioni della fiaba.  Lo stesso Freud non trovò un modo migliore per aiutare a dare un senso all'incredibile mescolanza di contraddizioni che coesistono nella nostra mente di quello di creare dei simboli per aspetti isolati della personalità. Li chiamo Es, io e Super-io. Se anche noi, come adulti dobbiamo far ricorso alla creazione di entità distinte per dare un certo ordine razionale al caos delle nostre esperienze interiori, a maggior ragione devono farlo i bambini. Oggigiorno noi adulti ci serviamo di questi concetti per separare fra loro le nostre esperienze interiori e per affermare meglio il loro significato e le loro implicazioni. Purtroppo così facendo abbiamo perso qualcosa che è implicito nelle fiabe: la percezione che queste esteriorizzazioni sono fittizie, utili soltanto per l'individuazione e la comprensione di processi mentali. [Il mondo incantato, Bruno Bettelheim]

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