Grullo si addentra nelle tenebre della
terra attraverso una botola, questo rappresenta una discesa agli
inferi. Grullo intraprende questo viaggio nell'interiorità mentre i
suoi due fratelli vagano alla superficie. Non sembra azzardato
interpretarlo come la storia di Grullo che si accinge ad esplorare la
sua mente inconscia. L'inconscio ci parla per immagini piuttosto che
a parole, ed è semplice che questo venga confrontato con le
produzioni dell'intelletto. Ciò che trova all'interno è un animale
che permette a Grullo di avere la meglio, grazie al sul suo affidarsi
alla natura animale, alle semplici e primitive forze all'interno di
noi. Come è consueto in queste storie gli altri fratelli non sono
minimamente differenziati. La loro mancanza di differenziazione è
essenziale perché simboleggia il fatto che le loro personalità sono
indifferenziate. I fratelli agiscono basandosi solo su un Io molto
svuotato, giacché è separato dalla fonte potenziale della sua forza
e ricchezza, L'Es. Ma essi sono anche privi di Super-Io; non hanno il
minimo senso delle cose più elevate, e si accontentano d'imboccare
la via facile
I due fratelli che vagarono alla
superficie trovarono solo cose grossolane nonostante tutta la loro
presunta intelligenza: ciò suggerisce le limitazioni di un
intelletto che non si basi sui poteri dell'inconscio ivi inclusi sia
L'Es che il Super-io e non ne sia sostenuto.
Il tappeto, come l'anello, portati a
casa da Grullo non sono oggetti ordinari ma capolavori eccezionali.
L'inconscio è la fonte dell'arte, la sorgente da cui essa
scaturisce, che sono le idee del Super io a plasmarla, e sono le
forze dell'io che interpretano le idee inconsce e conosce che entrano
nella creazione di un opera d'arte. Così in un certo senso, questi
oggetti artistici significano l'integrazione della personalità.
Nessun bambino che rifletta sulla storia può fare a meno di
chiedersi perché i fratelli dopo la prima prova fallita non si
impegnarono di più la seconda e la terza volta. Ma ben presto il
bambino si rende conto che anche questi fratelli, per quanto
intelligenti, non erano capaci di trarre ammaestramento
dall'esperienza. Separati dal loro inconscio non erano in grado di
evolversi.
Nella fiaba sono necessarie diverse
prove. Familiarizzarsi con l'inconscio, ciò con le forze oscure
all'interno di noi sotto la superficie è necessario ma non
sufficiente. Bisogna aggiungervi l'azione fondata su tali intuizioni,
noi dobbiamo affinare e sublimare il contenuto dell'inconscio. E' per
questo che, la terza e ultima volta, lo stesso Grullo deve scegliere
uno dei piccoli rospi che sotto le sue mani si trasforma in una
splendida ragazza. E' in ultima analisi l'amore che trasforma anche
le cose più brutte in qualcosa di meraviglioso. Siamo soltanto noi
stessi che possiamo tramutare il primordiale rozzo e più mediocre
contenuto del nostro inconscio – rape, topi, rospi, nei più
raffinati prodotti della nostra mente.
Infine la fiaba suggerisce che
limitarsi a ripetere le stesse cose con qualche variazione non +
sufficiente. La capacità di saltare attraverso il cerchio è una
questione di talento: dipende da una dote personale e si differenzia
da quello che un individuo può trovare con un'attiva ricerca.
Limitarsi a sviluppare la propria personalità in tuttala usa
ricchezza, o rendere le fonti vitali dell'inconscio accessibili
all'io non sufficiente, bisogna anche essere capaci di servirsi
della propria abilità in modo accorto.
Le ultimissime parole della fiaba
contrappongono la saggezza con cui Grullo regna all'intelligenza dei
due fratelli con cui si apri la storia. L'intelligenza può essere un
dono di natura; è intelletto indipendentemente dal carattere. La
saggezza è la conseguenza della profondità interiore, di esperienze
pregnanti che hanno arricchito la vita della persona: un riflesso di
personalità ricca e bene integrata. [Il mondo incantato, Bruno Bettelheim]
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