domenica 5 gennaio 2014

La battaglia dell'Autismo

Nel 1943 Leo Kanner isolava la patologia autistica mettendola in relazione al registro della causa biologica e a quello delle difficoltà che il bambino autistico pone ai genitori. Sono stati distinti a partire dagli anni 50 livelli di causalità multipla, che originano un disturbo della relazione con l'altro, predominante nell'autismo, con le differenze specifiche per ogni caso, ma presente come invariante strutturale.

Gli oggetti degli autistici

Che cosa fare con gli oggetti con i quali i soggetti autistici si circondano? Si apre la questione di che cosa fare con questi oggetti, se eliminarli, quando sono di intralcio al processo che dovrebbe portarli in seno allo società, oppure considerarli come qualcosa con cui il soggetto trova appoggio, dunque nell'ordine dell'invenzione. Si apre alla possibilità di scoprire la particolare topologia dello spazio del soggetto autistico a partire dalle specificità dell'oggetto al quale lui è attaccato. Qui l'oggetto è da intendersi come ciò che resta del vivente quando non è articolato al linguaggio. Interrogarsi sull'ipotesi di circuiti dell'oggetto articolati al corpo mediante dei bordi di godimento.
Rosine e Robert Lefort si impegnano a circoscrivere la struttura autistica, alla luce degli insegnamenti di Lacan.
Jacques-Alain Miller precisa ciò che un corpo diventa quando i buchi che lo costituiscono funzionano in uno spazio soggettivo che è “senza buco”. Invaso da un'eccitazione, il soggetto non può svuotarla in un luogo, pertanto si svuota. E' privo di sensazioni ma al tempo stesso sopraffatto da esse. Non disporre di un corpo articolato a dei buchi richiede delle particolari cuciture dello spazio e anche dei reincollamenti a dei doppi concreti che suppliscono all'assenza di una immagine del corpo.
Per i soggetti autistici parlare rileva un evento di corpo: dal loro colpo estraggono il linguaggio come accade con altri oggetti da cui non possono separarsi. Parlare non è un atto cognitivo, è uno sradicamento reale.
Un soggetto non cessa di essere tale anche se il suo corpo è handicappato, ma tale handicap produce una condizione soggettiva di piantato in asso ovvero un'impossibilità di affettivo appello all'altro e che può condurre al rigetto dell'altro.
Per Lefort il bambino, soprattutto il bambino psicotico, non doveva essere approcciato soltanto a partire dall'immaginario, come invitavano a fare le tecniche di gioco, particolarmente diffuse. Lefort intendeva affrontarlo mediante l'annodamento particolare tra il simbolico e il reale.
La sua clinica era fondata sull'istituzione esplosa piuttosto che mettere l'accetto sull'istituzione come garante dell'innesto di un ordine simbolico con le sue regole e le sue regolarità il suo richiamo alla legge si trattava di affidarsi all'evento imprevisto, contingente e fuori norma. Invece di offrire la permanenza il quadro dell'istituzione offre fin da subito su uno sfondo di permanenza delle aperture all'esterno.
L'utilizzo del significante da solo è il filo rosso che attraversa i lavori dei Lefort. Lacan oppone due teorie della nominazione. L'una consiste nel ridurre la nominazione a una designazione, essa resterà in seguito aperta ad una incertezza fondamentale su ciò che è stato nominato in questo atto.
L'altro approccio della nominazione mette in evidenza che il soggetto si nomina, si battezza, si auto-battezza, come sottolinea Lacan al fine di evidenziare la dimensione riflessiva di ciò che questo punto fa evento, atto. Egli opera con il suo tesso ritornello. Il ritornello come atto di parola non +è articolato allo scambio è effetto del ritornello primario sul corpo del soggetto. Si tratta della prima versione che diventerà S1, il significante da solo, staccato dall'articolazione con un altro significante S2, questo distacco, questo prendere in considerazione il significante isolato si oppone ai principi della linguistica di De Saussure che parte dalla relazione tra due significanti per definire il loro valore.
I metodi comportamentali, fondati sull'apprendimento ripetitivo di condotte predefinite, incarnano in particolare l'illusione costituita dal modello problema soluzione. Il carattere autoritario e riduttivo di questo approccio educativo è stato denunciato soprattutto dagli autistici ad alto funzionamento che manifestano la loro ostilità verso l'industria ABA-autismo. [La battaglia dell'Autismo, Eric Laurent]



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