Nel 1943 Leo Kanner isolava
la patologia autistica mettendola in relazione al registro della
causa biologica e a quello delle difficoltà che il bambino autistico
pone ai genitori. Sono stati distinti a partire dagli anni 50 livelli
di causalità multipla, che originano un disturbo della relazione con
l'altro, predominante nell'autismo, con le differenze specifiche per
ogni caso, ma presente come invariante strutturale.
Gli oggetti degli
autistici
Che cosa fare con gli
oggetti con i quali i soggetti autistici si circondano? Si apre la
questione di che cosa fare con questi oggetti, se eliminarli, quando
sono di intralcio al processo che dovrebbe portarli in seno allo
società, oppure considerarli come qualcosa con cui il soggetto trova
appoggio, dunque nell'ordine dell'invenzione. Si apre alla possibilità di scoprire la particolare
topologia dello spazio del soggetto autistico a partire dalle
specificità dell'oggetto al quale lui è attaccato. Qui l'oggetto è
da intendersi come ciò che resta del vivente quando non è
articolato al linguaggio. Interrogarsi sull'ipotesi
di circuiti dell'oggetto articolati al corpo mediante dei bordi di
godimento.
Rosine e Robert Lefort si impegnano a
circoscrivere la struttura autistica, alla luce degli insegnamenti di
Lacan.
Jacques-Alain Miller
precisa ciò che un corpo diventa quando i buchi che lo costituiscono
funzionano in uno spazio soggettivo che è “senza buco”. Invaso
da un'eccitazione, il soggetto non può svuotarla in un luogo,
pertanto si svuota. E' privo di sensazioni ma al tempo stesso
sopraffatto da esse. Non disporre di un corpo articolato a dei buchi
richiede delle particolari cuciture dello spazio e anche dei
reincollamenti a dei doppi concreti che suppliscono all'assenza di
una immagine del corpo.
Per i soggetti autistici
parlare rileva un evento di corpo: dal loro colpo estraggono il
linguaggio come accade con altri oggetti da cui non possono
separarsi. Parlare non è un atto cognitivo, è uno sradicamento
reale.
Un soggetto non cessa di
essere tale anche se il suo corpo è handicappato, ma tale handicap
produce una condizione soggettiva di piantato in asso ovvero
un'impossibilità di affettivo appello all'altro e che può condurre
al rigetto dell'altro.
Per Lefort il bambino,
soprattutto il bambino psicotico, non doveva essere approcciato
soltanto a partire dall'immaginario, come invitavano a fare le
tecniche di gioco, particolarmente diffuse. Lefort intendeva
affrontarlo mediante l'annodamento particolare tra il simbolico e il
reale.
La sua clinica era fondata sull'istituzione
esplosa piuttosto che mettere l'accetto sull'istituzione come garante
dell'innesto di un ordine simbolico con le sue regole e le sue
regolarità il suo richiamo alla legge si trattava di affidarsi
all'evento imprevisto, contingente e fuori norma. Invece di offrire
la permanenza il quadro dell'istituzione offre fin da subito su uno
sfondo di permanenza delle aperture all'esterno.
L'utilizzo del
significante da solo è il filo rosso che attraversa i lavori dei
Lefort. Lacan oppone due teorie della nominazione. L'una consiste nel
ridurre la nominazione a una designazione, essa resterà in seguito
aperta ad una incertezza fondamentale su ciò che è stato nominato
in questo atto.
L'altro approccio della
nominazione mette in evidenza che il soggetto si nomina, si battezza,
si auto-battezza, come sottolinea Lacan al fine di evidenziare la
dimensione riflessiva di ciò che questo punto fa evento, atto. Egli
opera con il suo tesso ritornello. Il ritornello come atto di parola
non +è articolato allo scambio è effetto del ritornello primario
sul corpo del soggetto. Si tratta della prima versione che diventerà
S1, il significante da solo, staccato dall'articolazione con un altro
significante S2, questo distacco, questo prendere in considerazione
il significante isolato si oppone ai principi della linguistica di De
Saussure che parte dalla relazione tra due significanti per definire
il loro valore.
I metodi comportamentali, fondati sull'apprendimento ripetitivo di condotte predefinite, incarnano in particolare l'illusione costituita dal modello problema soluzione. Il carattere autoritario e riduttivo di questo approccio educativo è stato denunciato soprattutto dagli autistici ad alto funzionamento che manifestano la loro ostilità verso l'industria ABA-autismo. [La battaglia dell'Autismo, Eric Laurent]
I metodi comportamentali, fondati sull'apprendimento ripetitivo di condotte predefinite, incarnano in particolare l'illusione costituita dal modello problema soluzione. Il carattere autoritario e riduttivo di questo approccio educativo è stato denunciato soprattutto dagli autistici ad alto funzionamento che manifestano la loro ostilità verso l'industria ABA-autismo. [La battaglia dell'Autismo, Eric Laurent]
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