sabato 18 aprile 2015

Il Linguaggio della tenerezza e il linguaggio della passione

Il punto di partenza di Ferenczi è la constatazione che la ripetizione quasi allucinatoria di esperienze traumatiche in analisi e la conseguente abreazione di ingenti quantità di affetti rimossi non hanno l'effetto di allentarne la sovrastruttura e conseguente formazione di sintomi ma che al contrario portano ad aumentare gli stati ansiosi e gli incubi notturni e alla degenerazione della seduta d'analisi in un attacco isterico.
Il contenuto di questi attacchi consistevano in sfoghi di irritazione e di rabbia che portarono Ferenczi a interrogarsi sulla fondatezza della sua tecnica. A seguito di ciò afferma che i suoi pazienti anziché contraddire o incolpare l'analista di passi falsi od errori si identificavano con lui e che solo in stati isteroidi prossimi all'incoscienza potevano permettersi di esprimere delle lagnanze. Fatti come questi impongono all'analista di interrogarsi non soltanto sui fatti incresciosi del passato ma anche sulle critiche violente espresse dal paziente nei riguardi dell'analista. Solo un'analisi condotta “fino in fondo”, e che ha portato a conoscenza di tutti i tratti sgradevoli esterni ed interni del proprio carattere, permette di non farsi cogliere alla sprovvista dai moti d'odio dei propri pazienti.
Tra i più importanti empasse relazionali Ferenczi individua “l'ipocrisia del lavoro professionale” che corrisponde alla promessa di ascoltare con attenzione il paziente, di dedicargli il nostro interesse , di metterlo a suo agio e di farlo progredire nonostante alcune sue caratteristiche ci risultino insopportabili. Il suggerimento è di abbandonare tale posizione, interrogando in se stessi cosa tanto disturba del paziente e comunicarglielo, il venir meno di questa insincerità nel rapporto ne aumenta la qualità “sciogliendo la lingua” al paziente, facilitando la traduzione degli eventi traumatici del passato in pensieri senza perdita di equilibrio psichico ma al contrario innalzando tutto il livello della personalità del paziente.
Dalla risoluzione di tale intoppo di tecnica analitica segue la constatazione che il non pronunciarsi su ciò che del paziente ci appare intollerabile è una riproposizione dell'azione patogena infantile e una ripetizione del trauma, e che al venir meno di questa ipocrisia professionale segue una certa “fiducia che è quel certo non so che, grazie a cui si delinea il contrasto tra il presente e l'intollerabile passato traumatogeno, contrasto indispensabile, affinché il passato sia rivissuto anziché come riproduzione allucinatoria come ricordo oggettivo”. Tale fiducia ha permesso all'autore di accedere ad un rapporto più intimo con i suoi pazienti e ad alcuni fatti che sembrano confermare l'importanza del trauma, in particolar modo sessuale, come agente patogeno.
In particolar modo descrive come quanto avviato dal bambino come fantasia ma mantenuto al livello della tenerezza viene scambiato dall'adulto con tendenze patologiche come desideri di una persona sessualmente matura.
La reazione dei bambini è “dominata dalla paura, dal sentirsi indifesi fisicamente e moralmente, ammutoliti e privati dalla forza e dall'autorità degli adulti di pensare. Questa paura li porta a sottomettersi alla volontà dell'aggressore a indovinare tutti gli impulsi di desiderio e dimentichi di sé, a seguire questi desideri identificandosi con l'aggressore”. Con quella che si può chiamare come introiezione dell'aggressore quest'ultimo scompare come realtà esterna diventando un evento intrapsichico e come tale cade sotto al dominio del processo primario e quindi trasformabile in allucinazioni positive e negative. Nella vita psichica del bambino il mutamento più importante è l'introiezione del senso di colpa dell'adulto che fa apparire quanto considerato come un gioco innocente un'azione colpevole.
Questo porta alla sensazione di esser diviso in due, come colpevole e innocente nel medesimo momento e sfiduciato nella possibilità di manifestare il proprio pensiero. Il bambino diventa una creatura che obbedisce in modo meccanico oppure ostinato, incapace di comprendere il motivo della propria ostinazione. La sua vita sessuale rimane involuta o assume forme perverse a cui possono seguire una nevrosi o una psicosi: la personalità ancora debolmente sviluppata risponde al dispiacere improvviso anziché con processi di difesa, con l'identificazione con la paura e l'introiezione di colui che minaccia e aggredisce.
Questo permette di comprendere come mai certi pazienti rispondano con dispiacere ad un torto subito, invece che con odio e processi di difesa; questo avviene perché una parte della personalità, o il suo nucleo è rimasta ferma ad un livello in cui reagisce alle aggressioni in modo autoplastico anziché alloplastico. Ferenczi arriva così a scorgere una personalità composta unicamente da Es Super-Io a cui manca la capacità di affermare se stessa anche nel dispiacere, così come accade nei bambini piccoli per il quale l'esser soli, senza la protezione della madre o di altri, ossia privati di un rilevante quantitativo di tenerezza, è una condizione insopportabile.
Ferenczi ritiene che l'amore oggettuale passivo, ovvero la tenerezza, sia una premessa all'amore oggettuale maturo. In tale stadio il bambino gioca con la fantasia di prendere il posto della madre, ma in realtà non vuole e non può fare a meno di essa. Se in questa fase il bambino subisce più amore o amore di altra natura di quello che desidera ciò può avere conseguenze altrettanto, se non più patogene, della frustrazione amorosa. Ad di là di una disamina di tutte le diverse patologie del carattere che possono derivane la conseguenza generale può essere quella della confusione tra linguaggio degli adulti adulti e quello dei bambini. Ferenczi suggerisce la rassegnazione al fatto che dietro l'adorazione o l'amore di transfert di bambini, allievi e pazienti vi è l'ardente desiderio di liberarsi da un amore che intralcia, e che la risoluzione di transfert molesti porta la personalità ad un livello di funzionamento più alto.
Avviandosi alla conclusione Ferenczi vuole indagare come oltre all'amore forzato anche le insopportabili misure punitive (sanzioni disciplinari connotate da passionalità ed espressioni rabbiose, portano a livello di realtà ciò che nella mente del bambino era solo una fantasia. Prosegue poi nell'analisi di un secondo fenomeno, oltre a quello della regressione traumatica, che colpisce un individuo in conseguenza di uno shock, la progressione traumatica o precocità, che consiste nel dispiegarsi immediato di future attitudini, o attitudini potenziali che in genere fanno parti del matrimonio, della paternità o della maternità. La paura degli adulti privi di inibizioni, e perciò per un certo punto di vista pazzi, fa per così dire dire del bambino uno psichiatra; per diventare tale e difendersi dai pericoli rappresentati dalle persone prive di controllo, egli deve sapere innanzitutto identificare completamente con esse.

Concludendo Ferenczi scrive che oltre all'amore passionale e la punizione passionale gli adulti dispongono di una terza via per legare a se i bambini: il terrorismo della sofferenza. I bambini hanno bisogno di appianare qualsiasi specie di disordine in famiglia, per così dire di caricare sulle proprie spalle il peso che grava su quelle di tutti. Una madre che si lamenta delle proprie sofferenze può fare della figlia la propria infermiera a vita procurandosi un sostituto della sua e senza curarsi dei veri bisogni e degli interessi della figlia.  [Sandor Ferenczi 1932]

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