mercoledì 18 gennaio 2012

Un esempio di analisi descrittiva del testo

Precedentemente ho trattato dell'analisi grammaticale del trascritto secondo le metodologie proprie del Conversazionalismo, in questa sede vorrei proporre una analisi del medesimo caso condotta attraverso una grammatica descrittiva in contrapposizione ad una analisi grammaticale normativa. Sui possibili vantaggi che questa metodologia alternativa comporta discuterò in un'altra sede. In questo caso vorrei focalizzare l'attenzione su un particolare approccio al trascritto basato sulla linguistica cognitiva ed elaborato nel testo Constructive Adpositional Grammars: Foundations of Constructive Linguistics (Gobbo, Benini 2011), per una sua prima applicazione al trascritto clinico: Analisi conversazionale costruttiva: Per una applicazione alla psicoterapia (Gobbo, 2011).



Verbante

Valenza

X

Y

Z




So

ricorda

sono tagliato

sono rimasti

ero venuto

avevo sospeso

sono rimasto

fare

non fare

è trascinata

avevo detto

avevo avuto

avevano tranquillizzato

dicendo

era

sono venuti

hanno dovuto asportare

è

è

hanno fatto

stanno facendo

dovrebbe finire

è

ho capito

non è

speriamo

siano andate

sono andate

speriamo

faccia


(Io)

lei

(Io)

Loro

Io

(Io)

(Io)

-

-

La cosa

(Io)

(Io)

Loro

Loro

Tutto

Linfonodi

Loro

La situazione

Essa

Loro

Loro

Essa

Essa

(Io)

Essa

Noi

metastasi

esse

noi

terapia

Se ricorda

-

i capelli

-

-

-

-

-

-

Se stessa

avevo avuto melanoma

una operazione

-

-

a posto

fuori

-

grigia

metastasi

-

una chemioterapia

-

un ciclo

-

una terapia

altre metastasi

in giro

ci

-

fuori

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

a lei

-

a me

a me

-

-

-

-

-

a me

a me

-

-

-

-

-

-

-

-

-



Tabella 1: Il punto di arrivo di un’Analisi Conversazionale Costruttiva.

La tab. 1 rappresenta il punto di arrivo di una analisi conversazionale costruttiva, in questo caso ci si è limitati ad inserire solo alcuni degli aspetti che questa analisi mette in evidenza. Come espresso in precedenza, il verbante rappresenta il parallelo percettivo di un’azione, di un movimento. X, Y e Z rappresentano invece i referenti (gli oggetti e persone) che abitano questo spazio e saturano la valenza del verbo. Per raggiungere questa tabella si è prima passati ad evidenziare tutti i verbanti del testo, una volta identificati si è passati ad attribuire un punteggio di valenza, ossia ad osservare quanti referenti ammette quel particolare verbo. Una volta identificato tale valore con l’ausilio di un vocabolario [Gobbo, 2011], si ricerca all’interno di ogni enunciato retto da quel particolare verbante i referenti corrispondenti. Segnandoli rispettivamente alla colonna che gli compete, X quando rappresentano il soggetto, Y quando rappresentano l’oggetto e Z quando rappresentano beneficiario di un’azione. Anche in questo caso si nota, subito e a colpo d’occhio, come fra gli attanti X dopo il 12 verbante, non compare più l’Io, mentre si popola di loro, linfonodi, situazioni etc. L’agenticità non è più dell’io, ma dell’altro, e l’io per ben tre volte, viene rilegato al ruolo di Attante Z, che come diremo rappresenta il dativo per la grammatica tradizionale, mentre per quella cognitiva rappresenta l’ente che vede modificato il proprio status dal processo messo in atto dall’Agente. Vediamo quindi come l’analisi conversazionale costruttiva, fra i diversi aspetti di un trascritto, rende esplicita l’afferenza o meno dei predicati all’io delle frasi, ma oltre ad evidenziare questo, permette di osservare come si comportano gli altri attanti nel discorso, non è più solo questione di soggetti, ma anche di oggetti e beneficiari di una predicazione.

La tabella in allegato rappresenta un esempio, per praticità di presentazione sintetico di analisi CoCAL. Per ora non è necessario conoscere il significato dell’intestazione o dei diversi simboli presenti nelle colonne Adp. Basti sapere che, i gruppi morfemici che si trovano a livelli maggiori, sono gruppi morfemici ai quali il soggetto solitamente assegna più importanza, in termini propri della Linguistica Cognitiva ai quali il soggetto assegna la salienza maggiore. Inoltre sono i gruppi morfemici che il soggetto ha specificato e dettagliato in misura maggiore. E’ suggestivo, nello spazio visivo della conversazione, notare come, anche in questo caso a partire dal verbante evidenziato “avevo avuto una piccola operazione per un melanoma” la struttura stessa della narrazione cambia, in precedenza compatta, formata da frasi semplici puntuali, successivamente diventa più articolata, ogni singolo elemento della scena viene maggiormente dettagliato e posto in una posizione di salienza sempre maggiore.

Le frasi, prima una isolata dall’altra, vengono ora incastonate una dentro l’altra, come nel tentativo di riempire la scena di dettagli, dettagli che finiscono per confondere la narrazione più che per migliorarla. Suggestive sono in questo senso le immagini collocate ai livelli di salienza più alta: “Non è una terapia sicura” e “la situazione è un pochino grigia”; queste sono il risultato di due catene di traslazione nelle quali nel tentativo di fornire spiegazione su spiegazione, dettaglio su dettaglio, Lucio termina sempre allo stesso punto, in uno scenario di incertezza e indeterminazione, che è il solo oggetto della sua attenzione, il referente al quale implicitamente e inconsapevolmente Lucio assegna maggiore importanza.

La morte del soggetto grammaticale

Totale N = 94

Reggenza N = 6 = 6 %

Attanzialità N = 33 = 35.%

Agenti = 9 = 10%

Oggetti = 22 = 23 %

Termine = 3 = 3%

Modificazione N = 49 = 52%

Circostanziali = 40 = 42%

Aggiuntivi = 9 = 10%

Questo calcolo delle frequenze dei gruppi morfemici utilizzati dal parlante ci informa sulle sue modalità linguistiche di organizzazione della scena percettiva che sta narrando. Riprendendo la tassonomia a quattro caratteri grammaticali (Verbanti, Attanti, Circostanziali e Aggiuntivi), paralleli linguistici di movimenti, personaggi, circostanze e caratteristiche dei personaggi emergono alcune peculiarità di questa modalità narrativa. Il soggetto sembra polarizzare la sua narrazione nella modificazione (52%) degli eventi che sta raccontando, ossia è concentrato sul contesto di quanto dice più che sul ciò che sta effettivamente accadendo. In particolare, nella sua modalità di descrizione degli eventi appare concentrato presentemente sulle circostanze (Circostanziali = 42%) che sulle caratteristiche degli Attanti (Aggiuntivi = 9%).

Approfondendo l’analisi, dividiamo in 2 parti il segmento di testo analizzato, in particolare analizzando assieme i periodi che si sviluppano intorno ai reggenti 1, 2, 3, 6 (caratterizzati dalla presenza dell’io) e 4 e 5 (caratterizzate dall’eclissi dell’io).

Eclissi dell’io

Presenza dell’io

Totale = 51

Reggenti = 2 = 4%

Attanti = 17 = 33%

X= 12 = 24%

Y = 14 = 27%

Modificatori = 32 = 63%

ESUI = 26 = 51%

ASUO = 6 = 12%

Totale = 40

Reggenti = 3 = 7 %

Attanti = 19 = 47 %

X = 10 = 25%

Y = 9 22%

Modificatori =18 = 45%

ESUI = 15 = 37%

ASUO = 3 = 8%

Da questo confronto appare lecito ipotizzare una relazione fra tasso di modificazione circostanziale ed eclissi dell’io, almeno per quanto riguarda questo parlante. Infatti sembra ipotizzabile che assieme alla scomparsa dell’agenticità all’interno del discorso avvenga uno spostamento sulle circostanze della narrazione, più che sui referenti e le azioni che in questa narrazione vengono descritte. La stessa struttura grammaticale cambia, il soggetto organizza durante l’eclissi dell’io 51 gruppi morfemici su due reggenti, con tasso di reggenza quindi del 4%, viceversa, tale tasso di reggenza quasi raddoppia in presenza dell’io, dove su 40 gruppi morfemici i reggenti sono tre (7% su 40 gruppi morfemici) [Tesi Magistrale: Geometrie Grammaticali, Preziosi R, 2011].

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