mercoledì 26 giugno 2013

Oltre al rumore dell'altro 1/2


Anzieu e Martin cercano di dare conto delle interpretazioni erronee, delle incomprensioni paradossali, dei controsensi più flagranti, dei conflitti più evidenti presenti nella comunicazione descrivendola  come un rapporto tra due o più personalità impegnate in una situazione comune e che discutono tra loro a proposito di significati.  Il processo comunicativo viene ad essere concepito come l'incontro di due o più ‘campi di coscienza’ che appartengono a soggetti caratterizzati da una precisa identità psicosociale. Ciò che interessa ad Anzieu e Martin è la descrizione della successione di filtri che si frappongono tra l'intenzioni e la ricezione dei partecipanti. Il loro profilo bio-psico-sociologico è considerato una variabile interveniente nella spiegazione dei vincoli che caratterizzano i loro comportamenti comunicativi, gli uomini non comunicano unicamente una certa quantità di informazioni, ma scambiano significati, la comunicazione risulta facilitata se questi condividono lo stesso universo simbolico e gli stessi quadri di riferimento che, con il sistema valoriale costituiscono veri e propri ‘filtri’ rispetto al flusso della comunicazione stessa.

Il linguaggio non viene più considerato come un mezzo di trasferimento di informazioni da una mente ad un'altra, bensì come “dimensione essenziale della cultura in cui si iscrivono la maggior parte dei valori e delle rappresentazioni sociali su cui si fondano gli scambi e le pratiche collettive”. Sempre meno ci si interessa ai meccanismi di trasmissione di informazioni, mentre cresce l'attenzione ai processi di elaborazione e condivisione dei significati. La comunicazione viene ad assumere così un ruolo di primaria importanza per la comprensione del processo di fondazione dei legami sociali. [Dalla comunicazione alla conversazione, Galimberti 1993]

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