mercoledì 14 maggio 2014

Dal feticismo tra persone al feticismo della merce

Nell'attribuire la scoperta del sintomo a Marx Lacan individua questa scoperta nel modo in cui esso concepiva il passaggio dal feudalesimo al capitalismo. Centrale è la nozione marxiana di feticismo della merce, per la quale il valore di una certa merce assume la forma di una proprietà "quasi naturale" di un altra cosa-merce: il denaro". Diversamente dalla nozione classica del feticismo, che consiste nella sostituzione di persone con cose, nel feticismo della merce la si intende come il misconoscimento che riguarda il rapporto tra un sistema strutturato e uno dei suoi elementi: ciò che è in realtà un effetto strutturale, appare come una proprietà immediata di uno degli elementi, come se tale proprietà appartenesse a quest'ultimo al di fuori del suo rapporto con gli altri elementi.  Questa forma di misconoscimento può avvenire sia in un rapporto tra le cose come in un rapporto tra gli uomini. Nel rapporto tra persone lo si può riconoscere nel rapporto tra re e sudditi, in cui "essere re" è un effetto del sistema di rapporti sociali tra re e i suoi sudditi, ma per via del misconoscimento feticistico,  a chi prende parte a questo legame sociale le cose appaiono necessariamente in una forma rovesciata: essi pensano di essere sudditi perché il re è già in se re, al di fuori del rapporto con i suoi sudditi. Come se la determinazione "essere re" fosse una proprietà naturale della persona di un re. 
E' qui presente un parallelismo tra due livelli di feticismo, ed è ora cruciale stabilire l'esatta natura di tale rapporto, in particolare non vi è una omologia,: è impossibile dire che nelle società capitalistiche accade lo stesso sia con gli uomini che con le merci. E' vero proprio il contrario dove vi è un feticismo della merce i rapporti tra gli uomini non sono affatto feticizzati, in quanto consistono in interazioni tra persone libere ognuna delle quali persegue il proprio interesse egoistico.. Il modello è lo scambio di mercato: due soggetti si incontrano e il loro rapporto non è condizionato dalla venerazione per il signore., dalla sua condiscendenza e protezione nei confronti dei sudditi, essi sin incontrano come individui la cui attività è interamente determinata dall'interesse egoistico, che agiscono ciò da buoni utilitaristi.
Le due forme di feticismo sono quindi, non omologhe ma incompatibili: nelle società in cui regna il feticismo nei rapporti tra gli uomini, nelle società precapitaliste, il feticismo della merce non è ancora sviluppato, perchéè la produzione naturale e non la produzione per il mercato a predominare. Questo feticismo, nei rapporti tra gli uomini si richiama a relazioni di dominio e servitù, vale a dire nella relazione tra signoria e servitù. La scomparsa del signore nel capitalismo è soltanto una rimozione del signore, come la defeticizzazione nei rapporti tra persone è pagata contro l'emergere del feticismo nei rapporti tra le cose, nel feticismo della merce. il luogo del feticismo si è quindi solo spostato dai rapporti intersoggettivi ai rapporti tra le cose: i rapporti sociali fondamentali, quelli di produzione, non son o più immediatamente trasparenti nella forma dei rapporti di dominio e servitù perché sono mascherati sotto la forma dei rapporti sociali tra cose, tra i prodotti del lavoro.
Ecco perché è possibile rintracciare la scoperta del sintomo nel modo in cui Marx concepì il passaggio dal feudalesimo al capitalismo. Con l'affermarsi della società borghese i rapporti di dominio e servitù sono repressi, abbiamo a che fare con soggetti liberi cui rapporti interpersonali sono purgati da ogni forma di feticismo. Al contrario la verità repressa, quella del persistere di dominio e servitù, emerge nel sintomo che sovverte l'apparenza ideologica dell'uguaglianza e della libertà.
"Invece di apparire in ogni modo come loro rapporti personali, i rapporti sociali tra individui sono travestiti da rapporti sociali fra le cose: abbiamo qui una precisa definizione del sintomo isterico, dell'isteria di conversione propria del capitalismo." [L'oggetto sublime dell'ideologia, Slavoj Zizek 1989]

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